Una commistione di sapori che allietano il palato, in un ambiente del tutto inusuale per un pranzetto tra amici: le vigne della Valpolicella, nel veronese. E’ il leitmotiv della “Magnalonga della Valpolicella” che si è svolta nella sua sedicesima edizione domenica 28 aprile.
Nata nel 1998 su iniziativa del Comitato Festa dei vini classici della Valpolicella con il patrocinio del Comune di San Pietro in Cariano, la manifestazione è diventata negli anni appuntamento immancabile per i tanti appassionati di enogastronomia veronesi e non solo. I partecipanti provengono infatti da molte regioni d’Italia e dall’estero.
L’affluenza è consistente, tant’è che l’organizzazione suddivide gli iscritti alla kermesse in gruppi di 150 persone, ed ognuno è munito di un bicchiere con custodia a tracolla per la degustazione dei vini. Scandita da un colpo di cannone, la partenza dà il via ad una passeggiata in mezzo alla natura, in compagnia di musica, buona cucina e buon vino.
L’itinerario, di una decina di chilometri, si snoda tra vigneti, colline e scorci storici. Un percorso circolare parte da piazza San Rocco a Pedemonte, passa da Corrubio, Castelrotto, Cengia, per infine tornare al punto d’origine. Zaino in spalla, si inizia il tour intervallato da assaggi di salumi e formaggi, si continua poi con primi piatti tipici, secondi e dolci.
E se l’appetito vien mangiando, viene anche camminando. Ben 8 le tappe che regalano ai visitatori golose portate innaffiate dai migliori vini locali: Valpolicella classico 2010 Az. agr. Santa Sofia, Valpolicella classico 2012 Az. agr. Mizzon, Valpolicella Ripasso 2010 Az. Agr. Arduini Luciano, Amarone Classico 2008 Az. Agr. Scriba, Recioto Classico delle varie cantine della zona. Sono i vini, tutti rigorosamente rossi, i protagonisti di questa gita nelle campagne del Veneto occidentale.
Se il nome “Valpolicella” deriva dalla contrazione del toponimo “Vallis-polys-cellae” ovvero “Valli dalle molte cantine”, anche “Magnalonga” rigorosamente in dialetto veneto fa intuire il significato di “lunga mangiata”. E ad arricchire l’iniziativa contribuisce la storia e la tradizione di questo territorio, oggi certamente in evoluzione, ma che affonda le proprie radici nelle persone che per secoli vi hanno lavorato.
AB
Discussione
Non c'è ancora nessun commento.