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Con dazi USA stop a sanzioni Russia

Dopo le decisioni di Trump sull’acciaio si apre un pericoloso terreno di scontro che rischia di estendersi all’agroalimentare Made in Italy che ha concluso il 2017 con il record dell’ export nel mondo di 41 miliardi di euro (+7% rispetto al 2016).  Dopo quasi 4 anni i cambiamenti del quadro internazionale impongono un tempestivo ripensamento delle sanzioni economiche decise nei confronti della Russia dall’Unione Europea che non puo’ sopportare il moltiplicarsi dei fronti di scontro commerciale. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che scadono a giugno le misure varate dall’Unione Europea nei confronti del Paese di Vladimir Putin sotto la spinta degli Stati Uniti che hanno appena imposto dazi a prodotti europei.

Le sanzioni europee hanno scatenato la rappresaglia della Russia che ha deciso – sottolinea la Coldiretti – l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, piu’ volte rinnovato. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stato che per questi prodotti agroalimentari le spedizioni italiane in Russia sono state completamente azzerate e che complessivamente le esportazioni Made in Italy sono state di poco inferiori a 8 miliardi nel 2017, circa 3 miliardi in meno del 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni.  Un blocco che è costato caro all’Italia anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti – si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy.

Gli Usa invece- continua la Coldiretti – si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna con circa 4 miliardi di di esportazioni di cibo e bevande, in aumento del 6% nel 2017.  Il vino con 1,3 miliardi risulta essere il prodotto più gettonato dagli statunitensi, davanti a olio, formaggi e pasta.

Occorre scongiurare guerre commerciali che rischiano di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati” conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre pero’ cogliere questa l’occasione per ripensare norme sul commercio piu’ eque che non si limitino a considerare l’aspetto economico nelle relazioni tra Paesi ma che tengano conto anche del rispetto delle stesse regole sul piano ambientale, della tutela sociale dei lavoratori e della sicurezza dei cittadini.”

 

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