Il 10 settembre dalle 17 un incontro a ingresso libero per ricordare uno dei più grandi innovatori e promotori
nel mondo del vino italiano
È dedicato a uno dei personaggi più brillanti e intraprendenti della storia del vino italiano, Renato Ratti, l’incontro a ingresso libero dal titolo “Renato Ratti – dal Barolo all’Asti senza confini”, in programma sabato 10 settembre dalle ore 17 al Castello di Mango (CN).
Organizzato e promosso dalla famiglia Ratti e dal Consorzio per la Tutela dell’Asti, di cui Renato Ratti è stato Direttore per 12 anni (dal 1976 al 1988), l’appuntamento è aperto dalla proiezione del film documentario “RENATO RATTI | L’innovatore del Barolo” dei registi Tiziano Gaia e Fabio Muncari. Segue un dialogo che vede la partecipazione di Massimo Martinelli, Piercarlo Grimaldi, Angelo Gaja e Renzo Balbo e la moderazione del giornalista Sergio Miravalle.
Sarà inoltre presentata una riedizione del volume sull’Asti docg scritto proprio da Renato Ratti nel 1985. In questa ristampa sono stati apportati gli opportuni aggiornamenti degli ultimi 36 anni, con tabelle comparative che confrontano le superfici dell’epoca con quelle attuali, il numero di aziende viticole, l’andamento dei mercati.
“Il Consorzio dell’Asti ha deciso la ristampa anastatica del volume che l’allora direttore Renato Ratti nel 1985 mandò alle stampe a sua firma. – dichiara Gianni Marzagalli, Presidente del Consorzio – Una scelta editoriale che si rinnova oggi nel segno della continuità, ma con l’evidente proposito di sottolineare la storica validità e la sostanziale attualità dei temi proposti allora da Ratti. Un tecnico ed un uomo che seppe conquistarsi rispetto e stima”.
Per partecipare all’incontro, a ingresso libero, è necessario chiamare il numero 0141-594842.
Renato Ratti – Una breve biografia
Renato Ratti nasce a Villafalletto (Cuneo) il 23 ottobre 1934 da una famiglia di medici e veterinari. Si diploma brillantemente alla Scuola Enologica di Alba e trova lavorato come tecnico alla Cinzano in Brasile dal 1955 al 1965. Nel 1962 sposa Beatrice Sitia, originaria di Genova.
Ritornato in Piemonte decidono di stabilirsi a La Morra dove si innamora dell’Abbazia di San Martino di Marcenasco, oggi Abbazia dell’Annunziata. Proprio nelle antiche cantine comincia a lavorare pionieristicamente al concetto borgognone di “cru”, opera che si tradurrà nella Carta del Barolo e nel famoso Barolo Marcenasco 1965. Nel 1968 realizza la prima Carta delle Annate, frutto della collaborazione con Stefano Genesio di La Morra. Nel 1971 crea nei locali dell’Abbazia un Museo del Vino dedicato alla storia e alla tecnica dei vini di Alba. Nel 1973 realizza la bottiglia Albeisa riprendendo le forme un antico contenitore locale abbandonato nel periodo Napoleonico.
Nel 1971 grazie alla collaborazione del nipote Massimo Martinelli mette a punto nuove tecniche di vinificazione e affinamento. Fonda e presiede l’Unione produttori vini albesi. Diventa poi presidente del Consorzio del Barolo.
Nel 1976 una svolta importante: è chiamato alla direzione del Consorzio dell’Asti spumante. Vi rimarrà per 12 anni fino alla morte avvenuta il 24 settembre 1988. In questo periodo è tra i protagonisti della trattativa che porterà il 21 aprile 1979 alla firma del primo accordo interprofessionale per la determinazione della resa e del prezzo di riferimento delle uve moscato.
È tra i primi ad andare a promuovere i vini piemontesi e italiani all’estero in Giappone, Canada, USA, e diverse città Europee. Mappa graficamente le denominazioni realizzando carte e tavole ampelografiche. Nei primi anni ’80 realizza il Bicchiere Piemonte.
Lascia la moglie e due figli, Giovanni nato nel 1966 e Pietro nel 1968, che a sua volta è stato presidente del Consorzio del Barolo e che ora conduce l’azienda di famiglia all’Annunziata di La Morra.
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