Probabilmente è capitato a tutti: estate, caldo torrido, ci si siede accaldati al tavolo di un ristorante – possibilmente all’aperto – si ordina il pranzo e una bottiglia di vino rosso, magari pregiato. Ovvio che ci si aspetterebbe che il vino arrivasse non certo ghiacciato, giammai, sarebbe un peccato mortale, ma moderatamente fresco – “di cantina”, come si suol dire – per assaporarne appieno il gusto e riceverne un adeguato refrigerio. Ma, ahimè, una volta portato il bicchiere alle labbra ci si accorge che il prezioso nettare ha una temperatura simile a quella del “vin brulè” di un rifugio d’alta montagna. In più, quello che è peggio, il cameriere “duropurista” non sente ragioni, dichiarando orgogliosamente “Va servito a temperatura ambiente!” A nulla serve, di solito, la ragionevole osservazione “Si, ma per ‘ambiente’ si intende 18-20°”, perché si otterrebbe soltanto uno sguardo di disprezzo e la risposta “QUESTO E’ A TEMPERATURA AMBIENTE!”.
Situazioni simili devono essere ben note ai soci del Consorzio Vino Chianti, che infatti si fa promotore di una campagna “educativa” dal titolo “Chianti fresco: gustalo a 16 gradi”. L’iniziativa, che sarà presentata il prossimo mercoledì 12 giugno alle ore 11.30 a Roma, presso lo spazio espositivo “Cinque Lune” propone di gustare il nettare rosso anche durante l’estate, seguendo una semplice ma fondamentale regola: la temperatura. Che deve essere appunto come quella che si trova in cantina: 16 gradi. Collaborano CO.VI.RO., Arte dei Vinattieri e Accademia della Cultura Gastronomica.
Al progetto – della durata di un mese – partecipano enoteche e wine-bar, ognuno dei quali allestirà una vetrina dedicata alla circostanza. La migliore verrà premiata nel corso della conferenza stampa di presentazione. Quelllo stesso pomeriggio, dalle 17.00 alle 21.00, seguirà una degustazione dei migliori Chianti toscani, mentre alcuni sommelier saranno a disposizione per fornire tutte le informazioni del caso. Per l’occasione verrà consegnato agli operatori del settore (bar, ristoranti, enoteche) lo strumento simbolo dell’iniziativa: un “cappottino” termico per bottiglie con il logo “Chianti”, che sarà utile per mantenere la temperatura al giusto livello.
Dichiara in proposito il presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi: “L’idea, gioco-forza, ci è venuta durante il periodo estivo, oggi siamo qui a presentare un nuovo modo di bere il Chianti che crediamo e speriamo possa rivoluzionare l’approccio al consumo dei vini rossi durante l’estate”. Con buona pace degli “ultras” dei 30 gradi!
Massimo Paccagnella











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