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Carpineto, un’azienda che fa famiglia

Antonio Michael Zaccheo e Anton Robert Zaccheo, seconda e terza generazione-



“Vedi c’è del muschio” Antonio Michael Zaccheo me lo indica sotto il filare del suo vigneto nella tenuta di Montalcino, dove l’uva è destinata alla produzione del Brunello di Montalcino. Segno che c’è umidità nel terreno, nonostante il secco di questi mesi. Antonio Zaccheo va fiero di questo vigneto, comprato dieci anni fa, posizionato in alto e circondato da boschi, che nel loro insieme creano un micro-clima ideale per la produzione di un vino di qualità. La presenza del muschio diventa, poi, uno dei componenti dell’aroma, che distingue il Brunello di questo vigneto da altri.
Il vigneto fa parte di un gruppo di tenute, sparse nel sud della Toscana, ognuna acquisita per la particolarità dei vini, che produce.

L’appodio di Montalcino

La sera prima abbiamo trascorso alcune ore nella tenuta del vino nobile di Montepulciano, partecipando alla cena aziendale annuale. Per la verità, la prima dopo due anni di lockdown. Così abbiamo, non solo conosciuto l’intera famiglia Zaccheo e Sacchet ma anche tutti quelli che lavorano nelle varie tenute Carpineto. Cena “campagnola”, anche se un barbeque di chianina non è da tutti i giorni, con tentativi di canto e ballo. Ma anche l’occasione per gustare dei vini eccellenti; il Dogajolo, il Chianti Classico e il Chianti Classico Gran Selezione Carpineto, prodotti di questa tenuta.

I vini Dogajolo

Durante la cena ho parlato con alcune persone, che lavorano nell’azienda. In particolare Rita Ascani, ingegnere agroalimentare, che mi ha spiegato come ogni giorno arrivano dei campioni d’uva cresciuta nelle cinque tenute Carpineto al centro di analisi a Dudda, dove l’azienda Carpineto è nata nel 1967. I campioni vengono analizzati nel laboratorio, sotto la guida di Caterina Sacchet, insieme ad Antonio Michael Zaccheo, appartenente alla seconda generazione a capo dell’azienda Carpineto ed anche enologa. Il suo equipe è formata da un ingegnere agroalimentare, Rita Ascani appunto, ed un secondo enologo, Gabriele Ianett. Insieme sorvegliano su ogni aspetto della vinificazione dei grappoli, cresciuti nelle varie vigne delle tenute Carpineto. Tutto questo processo si svolge secondo i principi dell’agricoltura di precisione, con un occhio attento alla sua biodiversità, che accompagna la nascita dei vari vini passo passo.

Paola Castelletti responsabile dei programmi enoturistici


Le attività enoturistiche
La tenuta Carpineto, dopo due anni di fermo, ha  rilanciato le visite enoturistiche alla tenuta di Montalcino e a quella di Dudda, sotto la guida di Paola Castellani. La visita offre non solo la possibilità di osservare lo stretto legame fra la terra e il vino, che da questa terra nasce, ma anche la possibilità di gustarlo, accompagnato da piatti, preparati con grande cura da cuochi stellati. Per chi vuole conoscere quello che offre la campagna Toscana, sia per la sua bellezza, che per quello che produce, una vera occasione. La visita alla tenuta di Montepulciano, l’introduzione alla filosofia e la storia dell’azienda consiste in un tour della cantina di affinamento e una passeggiata tra i vigneti, fino a salire in alto per uno sguardo panoramico del paesaggio. La proposta si divide poi nella possibilità di scegliere fra quattro diversi programmi, più o meno impegnativi. Cominciando dal tasting nella sala di degustazione, con vista sulla barricaia, di vini di facile-beva come il Vermentino, il Dogajolo-Rosé, il Rosso di Montepulciano e un Chianti Castaldo. Fino ad arrivare ad un programma di degustazione, che include, tra gli altri, dei vini come il Chianti Classico DOCG, il Brunello di Montalcino DOCG, il Farnito Cabernet Sauvignon IGT. Un esperienza che permetterà di scoprire le peculiarità delle varie denominazioni. La proposta per la tenuta a Dudda, invece, consiste in una visita guidata, con degustazione, al cuore storico dell’azienda, rappresentato anche da un archivio enoico, con un grande numero di annate storiche. Molto spazio in cantina è dedicato all’elevazione nei legni. C’è poi una cella sotterranea a temperatura costante per l’affinamento dei vini imbottigliati. Quello che rende però Carpineto unico è l’ampia disponibilità di tutti i suoi vini per la vendita.

Cosa che mi ha personalmente colpito, durante la mia visita alla tenuta di Montalcino, è stato l’accostamento del Brunello di Montalcino, con un piatto Toscano di origini povere, la Panzanella. Un accostamento semplice ma assolutamente efficace. Tornato a casa mi sono affrettato a preparare questa pietanza, nella speranza di far rivivere nel suo sapore questo ricordo. Qualcosa però  mancava.

Ynse Boonstra

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