Prima interpretazione della Doc Bolgheri per la Feudi di San Gregorio approdata in Toscana
Inizia con Stupore 2015 il nuovo cammino dell’azienda bolgherese che da quasi un anno è avamposto toscano in terra di Maremma della Feudi di San Gregorio. Si tratta di un Bolgheri Doc da uve Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon, Petit Verdot, vinificate dalla passata proprietà ed assemblate dalla nuova, al cui vertice con il ruolo di amministratore delegato c’è Jeanette Servidio mentre la consulenza enologica è stata affidata a Stefano Di Blasi. In entrambi i casi due professionisti che da anni operano in un territorio di grande prestigio qual è Bolgheri, a conferma di come Feudi si sia voluta avvicinare al sentire e al know-how bolgheresi con grande attenzione e rispetto.
A Stupore seguiranno, ad inizio primavera 2017, un Vermentino, un Rosato e un Cabernet Sauvignon in purezza. Per poter assaggiare il primo vino dell’azienda, il Bolgheri Superiore, che porterà il nome dell’azienda, dovremo però attendere almeno il 2018.
È una gamma misurata quella che propone l’azienda, modellata su una prospettiva produttiva di 120,000 bottiglie – quando i 15 ettari di vigneto saranno a pieno regime produttivo – di cui sarà interprete numericamente importante proprio Stupore. È questo nella versione 2015 un vino dall’immediata piacevolezza, morbido e saporito, che vuole essere anche un invito a conoscere una denominazione importante senza soggezioni né riverenze. Un invito che è già implicito nel nome sognante e allusivo dell’azienda: Campo alle Comete è in realtà toponimo riscoperto proprio dalla Feudi di San Gregorio ma non si può non leggervi una voglia di incuriosire, di rendere magico e più accessibile un luogo situato nel cuore di quella Bolgheri dai cancelli tanto sbarrati.
E poi quel nome allusivo di Stupore e l’immagine della bambina che viene sollevata da un palloncino in un cielo pieno di stelle. Per un’azienda che guarda le Comete era indispensabile un’etichetta d’artista che, al pari di quelle che seguiranno, consiste in una piccola tessera ripresa da un quadro dipinto da Nicoletta Ceccoli, artista sammarinese che grazie alle sue illustrazioni per l’infanzia si è conquistata fama internazionale. Il quadro le è stato commissionato da Antonio Capaldo, presidente della Feudi di San Gregorio, e rappresenta l’azienda come l’ha vissuta l’artista, un mondo incantato e sospeso dove si intersecano terra, cielo e mare e fluttuano senza gravità farfalle, pesci, cavallucci marini, piccole bimbe dai lunghi capelli.
Campo alle Comete è stata acquisita a febbraio 2016 da Feudi di San Gregorio, che oggi impersona il marchio simbolo del rinascimento enologico del Sud Italia e di una cultura del bere volta a riscoprire l’identità dei sapori mediterranei. L’azienda di proprietà della famiglia Capaldo, conta circa 300 ettari di proprietà e una cantina di design che ospita anche un ristorante stellato: Marennà.
A Feudi di San Gregorio fanno capo anche DUBL, collana di Metodo Classico campano, Basilisco in Basilicata, Ognissole in Puglia con la Tenuta Biodinamica Cefalicchio – nell’areale di Castel del Monte – e la Tenuta di Manduria – a Sava (TA). L’azienda ha una partnership da alcuni anni con la cantina friulana Sirch, nei Colli Orientali; con Federico Graziani, per la produzione di vini dell’area Etna DOC.
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