A Milano non c’è solo il Padiglione Vino all’Expo, ma tutta una serie di eventi collaterali legati alla manifestazione che animano la movida milanese e proprio in questi ambienti esclusivi il vino friulano diventa un must.
Da maggio l’azienda vinicola Masùt Da Rive saluta la città con due vini della sua gamma serviti al bicchiere nel cortile del grande albergo di Via Gesù il Four Seasons: sono stati infatti selezionati un bianco dal carattere internazionale, il Pinot Grigio, e un rosso non così comune in Friuli Venezia Giulia, il Pinot Nero.
Da domani 30 settembre un esclusivo evento vede la chef originaria di Cividale del Friuli, Fabrizia Meroi, del Ristorante Laite di Sappada, una stella Michelin, ai fornelli del Temporary “Priceless Restaurant”: un luogo unico con al centro un tavolo conviviale per pochi intimi, chef stellati italiani e internazionali cucinano a rotazione da maggio a ottobre, tutti appartenenti alla prestigiosa associazione culinaria Jeunes Restaurateurs d’Europe.
Si tratta di una vera e propria terrazza su Milano, in cima a Palazzo Beltrami, sede di Gallerie d’Italia e polo museale di Intesa Sanpaolo, affacciato direttamente in Piazza della Scala e con vista sul Duomo. L’iniziativa sosterrà alcuni progetti benefici nella città di Milano, grazie a una collaborazione tra MasterCard e Intesa Sanpaolo con la Fondazione Banco Alimentare. La giovane cuoca Fabrizia Meroi cucinerà dal 30 settembre al 3 ottobre 2015 nell’esclusiva location, ma è stato il marito, Roberto Brovedani, miglior sommelier del 2014 seconda la guida l’Espresso, a selezionare i vini per i privilegiati ospiti.
Roberto ha voluto premiare il lavoro dei viticoltori friulani e nella ristretta selezione ha appunto inserito il Pinot Nero Maurus, fiore all’occhiello di Masùt da Rive. Fabrizio e Marco Gallo, titolari dell’azienda sono tra i più strenui sostenitori del Pinot Nero, a questo vino dedicano gran parte delle loro attenzioni e delle loro prove, hanno così maturato nel tempo uno stile personale ed elegante, il loro obiettivo è quello di far emergere la tipicità inimitabile dell’uva ed il carattere del terroir dove il vitigno si è ambientato e ha trovato il proprio habitat nella valle dell’Isonzo.
Antonio Gala











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